lunedì 1 febbraio 2010

A.A.A. Cercasi Valori Veri







In una società in cui su Facebook appaiono gruppi intitolati:” IO ANCHE PICCHIO MIA MADRE”; in una società in cui apprendiamo da alcuni giornali che vi sono dei Sindaci che “VIETANO LO SCIOPERO AI NEGRI”; in questa società in cui le vicende di Rosarno ci incuriosiscono ma non ci sconvolgono poi più di tanto, come se accadessero in un altro pianeta.
In questa società in cui il consumismo è divenuto la regola e l’apparire il principale obiettivo di donne e uomini.
In una società in cui i giovani sono illusi dal facile successo che i media gli propongono, dove i sacrifici, l’impegno e lo studio sono per gli stupidi e i Reality e la TV sembrano essere la più ambita soluzione a tutti i problemi.
In questa società in cui tutti indossiamo una maschera che ci consente di essere accettati e riconosciuti dalla gente che ci circonda, come bisogna comportarsi per ristabilire gli equilibri e le priorità della vita?
La soluzione come spesso accade, sta all’origine, sta nei principi della famiglia, nelle priorità della vita che devono vincere i vizi sempre più numerosi della società odierna.
Questo fenomeno sociale non è una questione a noi lontana ed estranea, non riguarda solo l’Italia del Nord e le sue città cosiddette evolute e industrializzate, anche il sud e quindi il nostro territorio sta subendo questo attacco ai valori e alle priorità.
Anche qui, nella terra dei terroni, degli emigranti, dei contadini, degli operai, sembra che questi valori si stiano perdendo.
Bisogna riportare al centro il valore della Famiglia, dello Sport non solo come meta di successi e di ricchezze, ma soprattutto come alternativa alle insidie della strada e come promotore dei valori del gruppo, del rispetto delle regole e dei compagni, delle Parrocchie che devono svolgere meno orientamento politico e ritornare ad avere un ruolo di primo piano nella educazione civica e culturale dei giovani, dell’Ambiente, non speculando su di esso, interpretando l’energia alternativa come una risorsa e non come business.
Per fare questo ci vuole l’uomo, ci vuole la volontà di cambiamento, ci vuole coscienza.
Certamente non saremo noi i depositari del bene e del giusto, a noi solo il ruolo di denunciare questi episodi sociali che rischiano di sfuggire dai controlli dell’uomo e di minare irreversibilmente lo sviluppo culturale del nostro territorio, sperando di provocare un dibattito che anche se critico, purché educato e civile, riteniamo essere comunque costruttivo.


Dott. Silvio Molfetta

http://www.astmesagne.blogspot.com/

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